domenica 19 gennaio 2014

"La vita appesa a un (senza)filo" di Alessandro Mantovani





Wireless. Senza fili.

O se preferite (visto che la s dopo wire non c'è), senza filo.



Non più ad un filo, nemmeno a un filo, non più, la nostra vita, individuale e sociale, si appende , ma ad impalpabili onde da cui tutto il nostro mondo, basato sul flusso d'informazione, dipende.

Ogni attimo, attraverso l'etere, per andare magari a depositarsi nei server della NSA, transita tutta la nostra vita di esseri oltre il bionico, oltre i transformer: per fronteggiare le esigenze tiranniche della modernità dobbiamo moltiplicare all'infinito le appendici virtuali, le memorie elettroniche, senza le quali la nostra società e la nostra vita semplicemente si arresterebbero. Immagini, video, conti bancari, speculazioni sulle valute e i titoli, carteggi d'amore, messaggi politici, archivi, musica, conferenze, spionaggio bellico e industriale, tutto passa incessantemente per la rete e si diffonde senza nemmeno più bisogno di cavi, di fili.

Sempre che tutto funzioni, sembra darci un senso di enorme potenza. Guardiamo meravigliati la lingua del camaleonte raggiungere in una frazione di secondo la vittima designata. Ma quanto più rapido e quanto più lontano saetta il nostro tentacolo virtuale correndo nella rete contemporaneamente, se lo vogliamo, verso innumerevoli destinatari di una list potenzialmente infinita?

Sempre che, come ho detto, tutto funzioni.

Ma così non è. Sentite un po' questa.

Abu Dhabi, terminal 2. Proveniente da San Paolo aspetto il volo per Manila. Dopo aver verificato con lo smartphone l'esistenza di una connessione wireless gratuita decido di accendere il mio portatile per una connessione più rapida e sicura. Molte cose devo fare. Pagare il mio affitto con l'internet banking, controllare mail di lavoro, contattare amici. Ed ecco la sgradevole sorpresa: disk error. È già la seconda volta che un volo mi manda in malora un computer. Ve lo consiglio caldamente. Usateli men che potete in aereo i vostri gioiellini: risentono - me l'hanno confermato sapientoni dello smanetto - dell'altitudine, o meglio, degli sbalzi pressori,  e infartuano, poveretti. Cioè, poveretti voi. Ossia, nel caso specifico, poveretto me.

Passato il primo comprensibile quarto d'ora di sconforto, mi rimbocco le maniche: decido di scaricare outlook, l'applicazione con cui gestisco le mail e dove deposito molti archivi, sul cellulare. Fatta l'operazione (con qualche difficoltà vista la lentezza della connessione) digito username e password per l'accesso. Dopo qualche secondo, appare una finestra che mi avverte: sto accedendo da fonte sconosciuta, pertanto il mio account per ragioni di sicurezza sarà inaccessibile finché non avrò confermato di esserne effettivamente il titolare. La procedura prevede normalmente l'invio di un codice tramite sms ad un numero a me a suo tempo deputato allo scopo. Ovviamente brasiliano, visto che in Brasile risiedo. Peccato che si tratti dell'unico paese, che io sappia, a non avere un roaming automatico. Se volete attivarlo, prima di partire dovete contattare il serviço de atendimento ao cliente e comunicare i paesi in cui vi recate. Ora, a parte il fatto che per le Filippine, paese verso cui sono diretto, il servizio non c'è (boh), in ogni caso gli scali non li avrei dichiarati. Insomma, mettetela come volete, questa opzione è impraticabile. Ce n'è fortunatamente un'altra: farsi inviare il codice a un indirizzo mail alternativo. Dunque opto per questa soluzione.

Per non rischiare di incorrere nel medesimo infortunio, evito di farlo tramite lo smartphone e decido di servirmi di uno dei computer disponibili nella hall del terminal. Accedo dunque al sito yahoo e digito il mio nome utente e la mia password nelle apposite finestre e attendo fiducioso che la clessidra mi schiuda l'accesso al mio affezionato universo virtuale. Ma cosa ti vedo, ahimè?! Un altro comunicato il quale, leggermente diverso dal precedente, mi ammonisce che, avendo tentato l'accesso da un luogo inusuale, la mia posizione mail Yahoo rimarrà bloccata se non consentirò la verifica della mia identità. Come? Beh, come sopra, ovvero o tramite sms al cellulare altrettanto irrealizzabile del suo gemello anteriore, oppure tramite invio di messaggio di posta elettronica a un provider di riserva. Il quale però #*s#*!!! è il medesimo che mi ha bidonato all'inizio di questa avventura.

Ma, direte voi, ci sono altre procedure d'emergenza. Si, ma la connessione è troppo lenta e la procedura si interrompe continuamente, cosa che il sistema legge come tentativo d'intrusione bloccando tutto. La procedura d'estremis,d'altronde, ?mi chiede informazioni impossibili come gli indirizzi di alcuni contatti e le mie vecchie password (e chi li ricorda?).

Insomma, eccomi fuori connessione, abbandonato ai margini del flusso informatico proprio come Robinson in un'isola fuori dalle rotte marittime. Desconectado. Derubricato. Disarchiviato. De-indirizzizzato. Privo delle mie protesi e delle mie proiezioni, senza le quali è come se avessi perso la memoria, il mio passato, la mia storia, i fili che mi collegano al cosmo, e mi trovo nel caos. Abbandonato. Anzi, privo, come sono, dei miei arti virtuali, asociale e senza identità.

Il (senza)filo che mi teneva appeso ai miei simili e alla mia "memoria", cioè in fondo a me stesso, si è reciso.

E se un giorno, come AL di Odissea 2001, il General intellect che a cui siamo tutti appesi decidesse di recidere il wireless? In un attimo sarebbe la babele.

La vita vale un wireless.

22 commenti:

  1. Speriamo, cara Nou, che creino un ventre virtuale, madre di tutte le connessioni con un cordone ombelicale indistruttibile.
    Purtroppo, o per fortuna,penso che non vedrò la Babele, semmai dovesse essercene una.
    Cristiana

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    1. Troveranno di sicuro un rimedio:))
      Un abbraccio Cristiana

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  2. Accidenti quante complicazioni: io mi sarei arresa molto ma molto prima...
    Nina

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    1. Ciao Nina,
      io non mi sono mai vergognata di dire che della Rete ci capisco poco o niente. Mi arrangio solo per quello che mi serve lì per lì, con tutti i limiti. Anche se in un post "vecchio" (che non riesco a ritrovare in questo momento :)))) mi sono fatta la domanda su come sarei senza la possibilità di accedere a tutte le informazioni che in essa posso reperire.
      Un abbraccio, Nou

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  3. La vita vale ben più di un wireless!

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    1. La vita è la vita e sarà tale in ogni condizione: sopra ogni cosa!
      Ciao Grazia, un abbraccio :)

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  4. La penso come Nina ....... mi sarei arresa molto prima ...........
    Però ...... ho lavorato per anni con i sistemi informatici, ho quasi imparato a colloquiare con loro e a mantenere la calma quando la connessione era lenta (sapessi quante volte ho minacciato i PC di distruggerli) ........
    Sai una cosa? Non mi hanno mai risposto con un semplice grazie per non averli "uccisi" e, adesso che non c'è più neanche un filo non posso nemmeno impiccarli!
    E' un mondo senz'anima e senza sentimenti ........ la tecnologia ha un cuore freddo. Freddissimo!
    Buona serata Nou

    P.S.:Bello il nuovo look del tuo blog!

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    1. Per strano che possa sembrare, e mi vergogno un po' a dirlo, ho lavorato anch'io ad un terminale informatico, però tutto improntato all'immissione di codici e quando poi ho avuto un PC "normale" in cui interagire con un mouse mi è venuta la tremarella :)))
      La mio forma mentale rimane "analogica" e non diventerà mai "digitale" per quanto la tecnologia richieda. E' come se il nostro dialogo fosse:
      - io sono quella che ti risolve tutti i problemi.
      - io, invece, sono quella che le piace stare con te finché le va e non un attimo di più.
      Ciao Elisena, ti abbraccio
      Nou

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  5. Sono terrorizzato da tutto ciò e quindi mi dico: non ti occupare mai di questi aggeggi infernali. C'è da perderci la testa.
    Nou un caro saluto,
    aldo.

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    1. In effetti, Aldo, quella volta che sono venuta a Roma per in nostro incontro all'Altroquando, ci ho impiegato due giorni a capire come trovare l'albergo, come prenotare i biglietto ferroviario on-line, scambiare e-mail. E' tutto molto più complesso di un tempo e tanti anni che non viaggiavo più ho fatto molta fatica a raccapezzarmi. E, ti ricorderai, che sono giunta il giorno della manifestazione con dei disordini proprio sul tragitto che dovevo fare io con l'autobus 34(o 64?, chissà se ricordo bene?) e, se non trovavo una fata, una ragazza giovane e bella che sembrava un angelo, che anche lei doveva recarsi verso Piazza Pasquino, se non si fosse prodigata a informarsi nel caos degli itinerari improvvisati dell'Atac, si fosse incaricata di trascinare il mio trolley, invece di giungere all'albergo dopo tre ore, sarei arrivata chissà quando. In quel caso la tecnologia wireless e la capacità di Eleonora, così si chiamava l'angelo che mi ha soccorsa, di utilizzare la tecnologia e,naturalmente, la sua conoscenza della città hanno fatto il miracolo per me, così acciaccata come mi ritrovo.
      Alla fine, penso che sia meglio saperne che non saperne e anche...sperare di incontrare chi ne sa più di noi. Io sono stata fortunatissima quel giorno!!
      Un bacione Aldo
      Ciao, Nou

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  6. Cara Nou, certi cose è meglio lasciar perdere, e provare a lasciarle fare a competenti, altrimenti ce da perdere la testa.
    Ciao e buon inizio della settimana cara mica.
    Tomaso

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    1. Ciao Tomaso, carissimo,
      il tuo consiglio è quello che pratico, per cause di forza maggiore, anche se cerco di sforzarmi di imparare come fare dei pagamenti on-line, di scaricare l'esito degli esami clinici e altri piccoli servizi che mi risparmiano spostamenti .
      Mi sono appena ripresa da una forma influenzale che mi ha invasa per tutta la settimana scorsa, e sembra che questa sia una buona settimana. Buona settimana anche per te :)
      Nou

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  7. Potrebbe essere l'inizio di un romanzo di fantascienza: un ritorno al passato in cui internet non c'è più...

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    1. Lo consiglierò a mio cugino, l'autore del testo. E' una buona idea!
      Ciao Silvia :)

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  8. No, che la vita non vale un wireless.
    Ma comunque pare che il mondo di oggi va in questo verso.
    La tecnologia informatica è diventata per tanti fonte di gioie e dolori.


    Arrendersi non avrebbe fatto male al signore, ma questo dimostra come siamo appesi tutti a questa connessione con filo e senza.

    Ciao Nou!



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    1. Penso che non ce ne libereremo, né lo vorremo, perché è una cosa buona se usata bene, come ogni scoperta scientifica. Certo che le implicazioni sono molto complesse.
      Un abbraccio Rosy

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  9. Purtroppo come tutte le cose ci sono i pro e i contro.
    Ti auguro una serena giornata.

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    1. Sono in ritardo nella risposta, ma so che mi conosci e che non la prendi come una mancanza di rispetto.
      Un abbraccio e tanti bei giorni anche a te:)
      Nou

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  10. Ma magari ci scollegassimo. Magari.
    Forse succederebbe come nell'apocalittico Cecità di Saramago, che sto finendo angosciata di leggere.
    O forse, invece, si tornerebbe ad essere umani, individui che riprendono i propri contorni, e la consapevolezza dei propri limiti.
    So che è un'utopia, e so che indietro non si torna.
    Però dovremo imparare a gestirlo noi, questo nuovo mondo, e non a farci gestire.
    E mi pare che per ora siamo ben lontani dal riuscire a pigliarci le misure.

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    1. Non ho letto "Cecità", sicuramente Saramago non è molto allegro, anche se trovo la sua prosa molto scorrevole, semplice e sapiente al contempo. Perfetta per il mio gusto di lettrice.
      Tornando indietro si tornerebbe ad essere umani, e a sognare un mondo fatto di immaginazione.
      Mi ricordo di quando, ragazina, mi perdevo sugli itinerari di una cartina stradale e interpellavo mio papà con domande su cosa avremmo trovato se fossimo, molto ipoteticamente, andati in un certo luogo, oppure in quell'altro e sognavo sul cosa avrei trovato...tutte cose belle, pensavo, ché dove abitavo io non ce n'erano e bisognava aspettare la primavera per vedere un po' di colori. Quante lunghe attese! Quanto allenamento all'attesa!
      Un bacione Cri.
      Ciao :)

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  11. Penso che tutto vada usato con moderazione, come con la vita! A volte mi rifugio in un libro ed ho poca voglia ma anche poco tempo per collegarmi. La sera è impossibile, mi sono imposta degli orari, trovo comunque che sia una invenzione bellissima, bisogna solo starci attenti. Sai F. attraverso i blog ho conosciuto persone fantastiche, come te.Un bacio e grazie:-)

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    1. Riri, sono stata molte volte sul punto di "ritirarmi definitivamente", ma ogni volta ho fatto lo stesso pensiero che tu hai rivolto a me : navigando, ho conosciuto bellissime persone della cui presenza non voglio privarmi e per questo tengo duro. Spero di meritare la vostra fiducia e apprezzamento.
      Un abbraccio :)
      Nou

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