Ho letto Mailand tutto d’un
fiato!
Un insieme di ironia e ilarità che accompagna l’anno di studio e lavoro
di Corradino a Milano. Il percorso narrativo non manca di quella nota di
malinconia che si trova anche nei precedenti romanzi di Nicola Pezzoli.
Si parla della bella Milano
aperta, accogliente e impenetrabile allo straniero (stranieri tutti coloro che
non vi fossero nati e vissuti); del lato interno delle parole: non una
sbirciatina di pensiero ma una profonda riflessione e comprensione, che arrivano
al nucleo centrale prima che queste svaniscano nell’oblio, nella strumentalizzazione,
prima che vengano alienate, interdette.
Come potrebbe vivere l’autore
senza libertà di parola, senza creare neologismi per meglio risaltare i vizi e
la mentalità degli italiani e per esprimere tutta la sua creatività e fantasia?
Corradino è a Milano per
preparare il suo futuro. Crede che gli basterà qualche ricerca in quella Milano
piena di possibilità, quella che sorride a tutti ma apre le braccia solo ai
suoi.
Comunque Konrad, i suoi
compagni di stanza lo chiamano così, ha
cercato e qualcosa ha trovato: un’esperienza di studio e di lavoro che l’ha
reso più maturo e un percorso di identificazione personale della sessualità.
Mailand, un romanzo che nulla
tralascia del lato interno delle parole.
P.S.
Nicola, spero che il mio
sguardo sulla tua opera non ti deluda. Penso che altri abbiano fatto
osservazioni più appropriate, come il libro merita e tu meriti.
Sono felice che si interessi
alle tue opere anche la Stampa
nazionale.
Congratulazioni e un abbraccio
Nou